L'articolo 4 della legge scout agesci recita così, puntando ad uniformare i propri aderenti ad un messaggio di tolleranza e fratellanza mondiale, ad un invito all'amore e all'amicizia, con opportune restrizioni però. Nell'articolo di Repubblica, in cui si raccontano gli atti di un seminario sull'omosessualità - organizzato dalla principale associazione di scout cattolici e tenuto da un prete e due psicoterapeuti - si evince una posizione a dir poco parziale e discriminatoria nei confronti degli scout e delle guide omosessuali. Il fatto stesso che la tematica sia trattata da un sacerdote, che espone quindi la posizione della Santa Sede, e da due psicoterapeuti, che approcciano l'omosessualità come se questa fosse una malattia da curare, fornisce ai destinatari (adulti educatori, quindi responsabili della formazione dei giovani) un input "parziale e inevitabilmente ideologico, che a mio avviso (Paolo Patanè) intacca profondamente quella stessa cultura del rispetto, della solidarietà e della giustizia di cui il movimento scout dovrebbe essere portatore". Il seminario prosegue vietando il coming-out per i capi ("turberebbe i giovani") e consigliando di indirizzare i ragazzi e le ragazze omosessuali verso uno psicologo.
Forti le posizioni delle principali associazioni a tutela dell'omosessualità, assente la reazione ufficiale da parte dei principali movimenti scout, che da anni eludono la questione.
Per tanti anni ho fatto parte di un movimento scout, e da esso ho tratto buona parte della mia educazione di cittadino e uomo. Ho creduto, e credo, negli ideali dello scoutismo, nell'impegno, nel coraggio, nel senso di responsabilità, nell'essere primus inter pares, nel mettersi quindi al servizio degli altri, nell'ascolto del prossimo e nell'accoglienza. Tutti insegnamenti che mi hanno fatto essere, oggi, ciò che sono, grazie ad un'esperienza che ho consigliato a molti genitori per i propri figli e che vorrei fortemente per i miei.
L'articolo però mette in luce un fattore su cui rifletto da molto, e che è stato in parte causa del mio abbandono del movimento, ovvero l'anacronismo del metodo scout e l'eccessiva vicinanza al mondo cattolico della Chiesa di Roma. Essere credente ha molti fattori positivi, essere bigotti no. Lo scoutismo dovrebbe andare oltre i rigidi dettami della religione, dovrebbe aprirsi al mondo e accettare che il mondo sia cambiato, che le persone si siano secolarizzate, ovvero abbiano diritto di vivere la propria vita al di fuori dei dogmi e delle "tradizioni".
B.P. (Lord Baden Powell of Gilwell, fondatore degli scout) diceva che obbligo morale di ogni scout è lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato. E questa è una facoltà che tutti possono avere, anche gli scout e le guide omosessuali.
lunedì 7 maggio 2012
giovedì 22 marzo 2012
Il 5x1000 ad Emergency: facile, gratuito, importante!
Il 5x1000 è una facoltà data al contribuente, all'atto della dichiarazione dei redditi (730, Modello Unico o CUD), per destinare una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a enti non profit inseriti in appositi elenchi. E' possibile destinare il 5 per mille a: Associazioni di volontariato e non lucrative di utilità sociale Associazioni e fondazioni di promozione sociale Enti di ricerca scientifica, universitaria e sanitaria, comuni Associazioni sportive dilettantistiche.
Donarlo è facile! E' sufficiente apporre la firma in uno dei sei riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione dei redditi e indicare il soggetto specifico a cui si intende destinare direttamente la quota, inserendo nel campo apposito il codice fiscale.
Donarlo è gratuito! Non è, infatti, un’imposta aggiuntiva, ma la manifestazione di una scelta circa la destinazione ad attività e soggetti specifici di una quota dell’imposta complessivamente dovuta allo Stato.
Anche Eemrgency è tra le organizzazioni nazionali che vede nel 5x1000 una delle sue principali forme di sostentamento. Il contributo derivante dalle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2007 (relative ai redditi 2006) è stato ricevuto nel dicembre 2009 e ammontava a € 6.951.105. L'ultimo contributo erogato (dichiarazioni dei redditi dell'anno 2008 relative ai redditi 2007), ammontava a € 9.111.565 ed è stato ricevuto nell'agosto 2010. Il contributo del 5 per mille derivante dalle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2009 (relative ai redditi 2008) ammonta a € 8.074.262 ed è stato erogato nel novembre del 2011.
Donarlo è importante! Il totale delle spese di funzionamento per gli ospedali di Emergency nel mondo da maggio 2010 ad aprile 2011è stato pari a 9.121.902,79 €, a fronte di un contributo percepito di € 9.111.565,37.
Per destinare il contributo ad Emergency nel Modello 730 o Unico, si deve firmare nel riquadro "Sostegno del volontariato..." e inserire il codice fiscale di Emergency 971 471 101 55.
Donare il 5x1000 ad Emergency è facile, gratuito ed importante! Aiutateci a non smettere!
Donarlo è facile! E' sufficiente apporre la firma in uno dei sei riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione dei redditi e indicare il soggetto specifico a cui si intende destinare direttamente la quota, inserendo nel campo apposito il codice fiscale.
Donarlo è gratuito! Non è, infatti, un’imposta aggiuntiva, ma la manifestazione di una scelta circa la destinazione ad attività e soggetti specifici di una quota dell’imposta complessivamente dovuta allo Stato.
Anche Eemrgency è tra le organizzazioni nazionali che vede nel 5x1000 una delle sue principali forme di sostentamento. Il contributo derivante dalle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2007 (relative ai redditi 2006) è stato ricevuto nel dicembre 2009 e ammontava a € 6.951.105. L'ultimo contributo erogato (dichiarazioni dei redditi dell'anno 2008 relative ai redditi 2007), ammontava a € 9.111.565 ed è stato ricevuto nell'agosto 2010. Il contributo del 5 per mille derivante dalle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2009 (relative ai redditi 2008) ammonta a € 8.074.262 ed è stato erogato nel novembre del 2011.
Donarlo è importante! Il totale delle spese di funzionamento per gli ospedali di Emergency nel mondo da maggio 2010 ad aprile 2011è stato pari a 9.121.902,79 €, a fronte di un contributo percepito di € 9.111.565,37.
Per destinare il contributo ad Emergency nel Modello 730 o Unico, si deve firmare nel riquadro "Sostegno del volontariato..." e inserire il codice fiscale di Emergency 971 471 101 55.
Donare il 5x1000 ad Emergency è facile, gratuito ed importante! Aiutateci a non smettere!
mercoledì 21 marzo 2012
Le comunità di pratica nella pubblica amministrazione: una via verso la citizen satisfaction?
Come spesso accade, prima di introdurre un concetto parto dalla sua definizione formale: "le comunità di pratica e di apprendimento sono gruppi sociali che hanno come obiettivo il generare conoscenza organizzata a cui ogni individuo può avere libero accesso” (wikipedia).
In soldoni, le comunità di pratica (CdP) sono gruppi spontanei di persone che, animate dalla stessa passione e motivate dal reciproco arricchimento delle proprie conoscenze sul tema, superano i rigidi confini dettati dalle strutture, aziendali o funzionali, per collaborare INFORMALMENTE a stretto contatto.
L'informalità rappresenta al tempo stesso il fattore di successo e di fallimento di queste aggregazioni sociali. La forte coesione infatti, che è alla base della condivisione di problemi e interessi, e la totale libertà di espressione, al di fuori degli schemi gerarchici classici, passano in secondo piano se non seguono una pianificazione attenta degli obiettivi e un'adeguata animazione della comunità stessa.
Nell'ambito della Pubblica Amministrazione, il punto di vista del funzionario delegato all'espletamento delle pratiche coincide, salvo rari casi, con le strutture organizzative, quindi con la rigidità che gli ordini di servizio impongono sia all'operatività, che alle responsabilità in capo ai singoli.
Il punto di vista del cittadino, fruitore del servizio, invece, non sposa questa logica così astratta ed esclusivamente funzionale. Il cittadino ha un obiettivo (un'autorizzazione, l'aggiornamento di una pratica, un certificato...), il cui raggiungimento molto spesso prevede vari passaggi, tra vari funzionari, vari uffici e varie formalità.
Secondo la definizione precedente, una comunità di pratica tra funzionari pubblici che ponga come obiettivo la citizen satisfaction (quindi la soddisfazione del cliente, il cittadino), superando le caselle (o incarichi) e mettendo a fattor comune le conoscenze dei singoli in una unica grande conoscenza complessiva, potrebbe implementare in maniera efficace la logica del cittadino. Nonché rappresentare meglio quella che è l'immagine pratica dell'amministrazione a cui ci si deve rivolgere.
In sostanza, il funzionario (facente parte informalmente della CdP) veste il ruolo di tutor del cittadino, guidandolo nella soddisfazione del proprio bisogno, indirizzandolo verso le strutture preposte, attivandosi per agevolare il dialogo, intervenendo con gli altri membi della CdP qualora il flusso si interrompa. Una evoluzione dello Sportello del cittadino che prevede maggior collaborazione e condivisione interna.
Pre requisiti lato P.A.? Disponibilità, flessibilità, responsabilità e dedizione. Il riconoscimento da parte dei vertici di una CdP in tal senso potrebbe fungere da catalizzatore e incentivarne la crescita.
In soldoni, le comunità di pratica (CdP) sono gruppi spontanei di persone che, animate dalla stessa passione e motivate dal reciproco arricchimento delle proprie conoscenze sul tema, superano i rigidi confini dettati dalle strutture, aziendali o funzionali, per collaborare INFORMALMENTE a stretto contatto.
L'informalità rappresenta al tempo stesso il fattore di successo e di fallimento di queste aggregazioni sociali. La forte coesione infatti, che è alla base della condivisione di problemi e interessi, e la totale libertà di espressione, al di fuori degli schemi gerarchici classici, passano in secondo piano se non seguono una pianificazione attenta degli obiettivi e un'adeguata animazione della comunità stessa.
Nell'ambito della Pubblica Amministrazione, il punto di vista del funzionario delegato all'espletamento delle pratiche coincide, salvo rari casi, con le strutture organizzative, quindi con la rigidità che gli ordini di servizio impongono sia all'operatività, che alle responsabilità in capo ai singoli.
Il punto di vista del cittadino, fruitore del servizio, invece, non sposa questa logica così astratta ed esclusivamente funzionale. Il cittadino ha un obiettivo (un'autorizzazione, l'aggiornamento di una pratica, un certificato...), il cui raggiungimento molto spesso prevede vari passaggi, tra vari funzionari, vari uffici e varie formalità.
Secondo la definizione precedente, una comunità di pratica tra funzionari pubblici che ponga come obiettivo la citizen satisfaction (quindi la soddisfazione del cliente, il cittadino), superando le caselle (o incarichi) e mettendo a fattor comune le conoscenze dei singoli in una unica grande conoscenza complessiva, potrebbe implementare in maniera efficace la logica del cittadino. Nonché rappresentare meglio quella che è l'immagine pratica dell'amministrazione a cui ci si deve rivolgere.
In sostanza, il funzionario (facente parte informalmente della CdP) veste il ruolo di tutor del cittadino, guidandolo nella soddisfazione del proprio bisogno, indirizzandolo verso le strutture preposte, attivandosi per agevolare il dialogo, intervenendo con gli altri membi della CdP qualora il flusso si interrompa. Una evoluzione dello Sportello del cittadino che prevede maggior collaborazione e condivisione interna.
Pre requisiti lato P.A.? Disponibilità, flessibilità, responsabilità e dedizione. Il riconoscimento da parte dei vertici di una CdP in tal senso potrebbe fungere da catalizzatore e incentivarne la crescita.
martedì 28 febbraio 2012
No TAV...no PARTI (no parti proprio!)
Allora...fermo restando che mi dispiace per quello che è successo ieri mattina. La tragedia di Abbà non può essere banalizzata come hanno fatto alcune testate che parlano di un imbecillotto che è diventato martire. Un uomo che rischia la vita, perchè ha lottato e lotta per una causa che ha a cuore, non può oltretutto essere deriso, giuste o sbagliate che siano le sue motivazioni.
Non darò giudizi neanche sulla TAV, su cui sono poco documentato e, soprattutto, su cui molteplici fonti (tutte più o meno accreditate) danno pareri discordanti. Personalmente, posso essere contrario, visto che in Italia è già presente una linea ferroviaria che forse andrebbe migliorata, e resa più efficace sia per le merci che per le persone, ma questo è un tema che riguarda la pianificazione strategica nazionale, che lascio a ben più alte menti.
Però una cosa la vorrei dire ai NOTAVVI che hanno bloccato ieri la stazione Termini, provocando ritardi su ritardi e cancellazioni. Non è questo il modo di farsi sentire! Non è lasciando bloccate migliaia di persone sulle banchine che la politica vi darà ascolto! Non è creando disagio alla povera gente che la vostra voce si farà più forte! (anche perchè così facendo, la povera gente che potrebbe sostenervi, si incazza, si indispettisce e manda a cagare voi e tutte le tav del mondo!)
Volete davvero che qualcosa cambi? Volete davvero che qualcuno si smuova dalla sua calda poltrona e vi conceda attenzione? Quanti siete? 3.000? 4.000? 10.000? 100.000?
Allora dirigetevi tutti verso Piazza Montecitorio (tutti però!), raggiungetela alla spicciolata e sedetevi pacificamente per terra, uno affianco all'altro finchè non ci sarà neanche un maledetto sanpietrino senza una chiappa sopra! Così facendo bloccherete l'accesso e le uscite dei palazzi del potere e qualcuno dovrà ascoltarvi per forza.
Ripeto, sedetevi pacificamente per terra, come quel giovane che fermò il carro armato a piazza Tienanmen. Non arrivate con caschi e scudi, non erigete barricate...sennò c'avete la coscienza sporca! Calmi, seduti e aspettate..che possono fare...arrestarvi tutti e 100.000? Non credo..no??
Se lo fate vengo anche io...e condivido con voi la battaglia (naturalmente se me la spiegate bene e mi fate capire bene le vostre ragioni). In gamba!
Non darò giudizi neanche sulla TAV, su cui sono poco documentato e, soprattutto, su cui molteplici fonti (tutte più o meno accreditate) danno pareri discordanti. Personalmente, posso essere contrario, visto che in Italia è già presente una linea ferroviaria che forse andrebbe migliorata, e resa più efficace sia per le merci che per le persone, ma questo è un tema che riguarda la pianificazione strategica nazionale, che lascio a ben più alte menti.
Però una cosa la vorrei dire ai NOTAVVI che hanno bloccato ieri la stazione Termini, provocando ritardi su ritardi e cancellazioni. Non è questo il modo di farsi sentire! Non è lasciando bloccate migliaia di persone sulle banchine che la politica vi darà ascolto! Non è creando disagio alla povera gente che la vostra voce si farà più forte! (anche perchè così facendo, la povera gente che potrebbe sostenervi, si incazza, si indispettisce e manda a cagare voi e tutte le tav del mondo!)
Volete davvero che qualcosa cambi? Volete davvero che qualcuno si smuova dalla sua calda poltrona e vi conceda attenzione? Quanti siete? 3.000? 4.000? 10.000? 100.000?
Allora dirigetevi tutti verso Piazza Montecitorio (tutti però!), raggiungetela alla spicciolata e sedetevi pacificamente per terra, uno affianco all'altro finchè non ci sarà neanche un maledetto sanpietrino senza una chiappa sopra! Così facendo bloccherete l'accesso e le uscite dei palazzi del potere e qualcuno dovrà ascoltarvi per forza.
Ripeto, sedetevi pacificamente per terra, come quel giovane che fermò il carro armato a piazza Tienanmen. Non arrivate con caschi e scudi, non erigete barricate...sennò c'avete la coscienza sporca! Calmi, seduti e aspettate..che possono fare...arrestarvi tutti e 100.000? Non credo..no??
Se lo fate vengo anche io...e condivido con voi la battaglia (naturalmente se me la spiegate bene e mi fate capire bene le vostre ragioni). In gamba!
martedì 21 febbraio 2012
anobii.com: lettura 2.0
Anobii implementa un concetto molto interessante di biblioteca digitale. L'utente che si iscrive ha la possibilità di registrare i libri che sta leggendo, che ha letto o che ha intenzione di leggere nel prossimo futuro. Dalle librerie degli altri utenti può leggerne le recensioni e indirizzare ulteriormente la sua scelta verso titoli maggiormente selezionati. Insomma, una community di lettori che condividono l'esperienza della lettura stessa e la rendono, per così dire, più social.
Anche le logiche di creazione della propria comunità sono molto interessanti: il sistema infatti, nella pagina iniziale (subito dopo il login) consiglia quegli utenti le cui librerie sono più simili alla propria, evidenziando un indice di compatibilità, e dà la possibilità di aggiungerli alla propria lista o come "amico" (presupponendo a quel punto l'approvazione del destinatario) oppure come "vicino" (vicino di interessi..e quindi associato in automatico).
Si possono gestire gli scambi e le vendite, ma solo a livello di accordo tra le parti - il sistema infatti non gestisce le transazioni nè tantomeno la veridicità dell'inserzione, quindi non lo userò - però trovo interessante la possibilità, ipotetica, di farlo.
Non manca l'area per inserire una lista di desideri pubblica, sul modello Amazon, per segnalare magari ai nostri amici qualche indicazioni per farci un regalo (sicuramente gradito) ed un menù di navigazione molto completo in cui i vari testi sono organizzati per autore, lingua o etichetta.
Come nei migliori social network, anche Anobii ripropone aree di discussione tematica, gruppi in cui ci si confronta su libri inerenti una tematica specifica.
Lo uso da poco e questa è la mia libreria.
Un servizio da provare.
Anche le logiche di creazione della propria comunità sono molto interessanti: il sistema infatti, nella pagina iniziale (subito dopo il login) consiglia quegli utenti le cui librerie sono più simili alla propria, evidenziando un indice di compatibilità, e dà la possibilità di aggiungerli alla propria lista o come "amico" (presupponendo a quel punto l'approvazione del destinatario) oppure come "vicino" (vicino di interessi..e quindi associato in automatico).
Si possono gestire gli scambi e le vendite, ma solo a livello di accordo tra le parti - il sistema infatti non gestisce le transazioni nè tantomeno la veridicità dell'inserzione, quindi non lo userò - però trovo interessante la possibilità, ipotetica, di farlo.
Non manca l'area per inserire una lista di desideri pubblica, sul modello Amazon, per segnalare magari ai nostri amici qualche indicazioni per farci un regalo (sicuramente gradito) ed un menù di navigazione molto completo in cui i vari testi sono organizzati per autore, lingua o etichetta.
Come nei migliori social network, anche Anobii ripropone aree di discussione tematica, gruppi in cui ci si confronta su libri inerenti una tematica specifica.
Lo uso da poco e questa è la mia libreria.
Un servizio da provare.
martedì 7 febbraio 2012
ANGOLO LIBRI - Designing social interfaces
Un libro da consultare più che da leggere dalla prima all'utlima pagina.
Un compendio ben organizzato in cui gli autori (Christian Crumlish e Erin Malone) raccolgono i pattern frutto della loro esperienza di progettisti in Yahoo! e ne fanno un manuale "a futura memoria".
Ottima l'organizzazione in capitoli tematici che affronta i vari aspetti legati alla progettazione, sociale, centrata sull'utente e sulle sue cross correlazioni. In sostanza, gli autori raccontano il ciclo di vita dell'esperienza utente nell'ambito delle sue interazioni sociali e associano, ad ogni declinazione, i pattern adeguati per ottimizzare le interfacce di navigazione.
Ne esce un ottimo ausilio al progettista, da tenere sempre a portata di mano. Senza entrare nel dettaglio di un libro assolutamente semplice da consultare, vorrei segnalare l'interessante schema utilizzato per la descrizione di ogni singolo pattern. Seguendo, infatti, questa organizzazione in tag:
- cosa
- da usare quando
- come
- perchè usarlo
- raccomandazioni
- questioni aperte
- internazionalizzazione
- problemi noti
- casi speciali
- pattern correlati
- già visto su
- bibliografia di riferimento
il pattern viene raccontato secondo molteplici punti di vista e il lettore può, caso per caso, contestualizzarne il suo utilizzo ed intervenire, preliminarmente, sugli aspetti critici.
Completano la descrizione alcune interviste fatte ad esperti di settore che chiariscono come l'utilizzo del pattern specifico abbia aiutato, in casi d'uso concreti, il miglioramento sostanziale del contesto di navigazione.
Molti esempi sono tratti da Yahoo! e questo, forse, limita un po' la trattazione e la rende, ma pochissimo, parziale. Forse l'unica pecca...ma comprensibile, data la provenienza degli autori, e trascurabile, data la qualità e comodità del testo.
Lo consiglio.
Un compendio ben organizzato in cui gli autori (Christian Crumlish e Erin Malone) raccolgono i pattern frutto della loro esperienza di progettisti in Yahoo! e ne fanno un manuale "a futura memoria".
Ottima l'organizzazione in capitoli tematici che affronta i vari aspetti legati alla progettazione, sociale, centrata sull'utente e sulle sue cross correlazioni. In sostanza, gli autori raccontano il ciclo di vita dell'esperienza utente nell'ambito delle sue interazioni sociali e associano, ad ogni declinazione, i pattern adeguati per ottimizzare le interfacce di navigazione.
Ne esce un ottimo ausilio al progettista, da tenere sempre a portata di mano. Senza entrare nel dettaglio di un libro assolutamente semplice da consultare, vorrei segnalare l'interessante schema utilizzato per la descrizione di ogni singolo pattern. Seguendo, infatti, questa organizzazione in tag:
- cosa
- da usare quando
- come
- perchè usarlo
- raccomandazioni
- questioni aperte
- internazionalizzazione
- problemi noti
- casi speciali
- pattern correlati
- già visto su
- bibliografia di riferimento
il pattern viene raccontato secondo molteplici punti di vista e il lettore può, caso per caso, contestualizzarne il suo utilizzo ed intervenire, preliminarmente, sugli aspetti critici.
Completano la descrizione alcune interviste fatte ad esperti di settore che chiariscono come l'utilizzo del pattern specifico abbia aiutato, in casi d'uso concreti, il miglioramento sostanziale del contesto di navigazione.
Molti esempi sono tratti da Yahoo! e questo, forse, limita un po' la trattazione e la rende, ma pochissimo, parziale. Forse l'unica pecca...ma comprensibile, data la provenienza degli autori, e trascurabile, data la qualità e comodità del testo.
Lo consiglio.
martedì 31 gennaio 2012
Trenital iahiahiahiahiahiahiahi!!
Ma insomma...proprio non vogliono imparare!!!
Treno regionale veloce 3259 da Roma Termini per Pisa Centrale, partenza da Ostiense ore 18.23, ovviamente stracarico.
Arrivo a Ladispoli, la gente scende, chi continua verso nord tira un respiro di sollievo, seduti, tranquilli, si prende un libro e ci si prepara a ripartire. 3 minuti, 5 minuti, 10 minuti, 20 minuti...aho ma insomma???...30 minuti...40 minuti...ahoooooooooooooooooo ma insommaaaaaaaaaa???che devi fa???Spoggi o non spoggi???
Nu se spoggia da Ladispoli, nessuno ti dice niente, pare che ci sia un guasto all'impianto frenante...anzi no...un guasto alla rete elettrica...anzi no...s'è bloccato un semaforo. Si ma...insomma??? Che si fa? Si scende? Ne arriva un altro? Me devo organizza???
Qualcuno mi dica qualcosa per favoreeeeeeeeeeee!
Ovviamente nessuno ti dice nulla. Gli annunci parlano di un non ben precisato ritardo dovuto ad un non ben precisato guasto tecnico. Alternative: nessuna (a parte smadonnare o pregare).
Il capotreno è sparito (ovviamente).
Parte il balletto del pendolare. Alla ricerca di una possibile soluzione per tornare a casa si passa al binario 2, poi al binario 3, poi al binario 2, poi...eh...poi...bo...ci si ferma nel sottopassaggio e si aspetta che qualcuno indichi la via. Ovviamente...siamo una moltitudine!
Comincia il walzer delle chiacchiere: aho riparte il nostro!!!Ah no...parte quell'altro sul binario due! Ah no...aspettamo quello dopo!!! Ahooooooooooooooooo!!!!!!
A "servizio clienti Trenitalia"! Visto che ogni anno ti do 688 ricchi euri di abbonamento, ma almeno vuoi trattarmi come un essere umano e darmi una maledetta indicazione su come tornarmene a casa???
Passi lo stipameno tipo treno merci, passino la puzza e il caldo asfissiante, passi pure la zozzura e i cessi rotti.
Ma insomma...passà io come cretino no eh!
Treno regionale veloce 3259 da Roma Termini per Pisa Centrale, partenza da Ostiense ore 18.23, ovviamente stracarico.
Arrivo a Ladispoli, la gente scende, chi continua verso nord tira un respiro di sollievo, seduti, tranquilli, si prende un libro e ci si prepara a ripartire. 3 minuti, 5 minuti, 10 minuti, 20 minuti...aho ma insomma???...30 minuti...40 minuti...ahoooooooooooooooooo ma insommaaaaaaaaaa???che devi fa???Spoggi o non spoggi???
Nu se spoggia da Ladispoli, nessuno ti dice niente, pare che ci sia un guasto all'impianto frenante...anzi no...un guasto alla rete elettrica...anzi no...s'è bloccato un semaforo. Si ma...insomma??? Che si fa? Si scende? Ne arriva un altro? Me devo organizza???
Qualcuno mi dica qualcosa per favoreeeeeeeeeeee!
Ovviamente nessuno ti dice nulla. Gli annunci parlano di un non ben precisato ritardo dovuto ad un non ben precisato guasto tecnico. Alternative: nessuna (a parte smadonnare o pregare).
Il capotreno è sparito (ovviamente).
Parte il balletto del pendolare. Alla ricerca di una possibile soluzione per tornare a casa si passa al binario 2, poi al binario 3, poi al binario 2, poi...eh...poi...bo...ci si ferma nel sottopassaggio e si aspetta che qualcuno indichi la via. Ovviamente...siamo una moltitudine!
Comincia il walzer delle chiacchiere: aho riparte il nostro!!!Ah no...parte quell'altro sul binario due! Ah no...aspettamo quello dopo!!! Ahooooooooooooooooo!!!!!!
A "servizio clienti Trenitalia"! Visto che ogni anno ti do 688 ricchi euri di abbonamento, ma almeno vuoi trattarmi come un essere umano e darmi una maledetta indicazione su come tornarmene a casa???
Passi lo stipameno tipo treno merci, passino la puzza e il caldo asfissiante, passi pure la zozzura e i cessi rotti.
Ma insomma...passà io come cretino no eh!
giovedì 12 gennaio 2012
ANGOLO LIBRI: Community management - Processi informali, social networking e tecnologie enterprise 2.0 per la gestione della collaborazione nelle organizzazioni
Un testo interessante sulle modalità organizzative, sia teoriche che pratiche, per l'avvio e l'animazione di comunità di pratica in contesti aziendali o di pubblica amministrazione.
Attraverso la descrizione di casi d'uso, basati su progetti reali, gli autori (Emanuele Scotti e Rosario Sica) descrivono in maniera dettagliata ed efficace i punti base per progettare e realizzare procedure di dialogo partecipato e strumenti a supporto. Assolutamente interessante le metodologie di survey presentate per l'identificazione del contesto di partenza e per la selezione di modalità di comunità di pratica più adatte al proprio dominio.
Una descrizione approfondita sugli attori principali, che guidano il processo o che ne fanno parte, permette al management intenzionato ad adottare una modalità di dialogo più informale (basata sul concetto di pratica e "passione") che strutturale (basata sul concetto di assessment aziendale e policy) di comporre una propria roadmap per passare ad un modello di governance allargata.
Gli allegati al testo forniscono immediatamente gli strumenti operativi per avviare la fase di indagine sull'opportunità di switch verso questo modello. Assolutamente proponibili su contesti in cui il committment manageriale è già sensibile a tematiche legate all'apertura, meno praticabile (o comunque con maggiore difficoltà) su contesti in cui questa attitudine va creata e coltivata.
Comunque, lo consiglio.
Attraverso la descrizione di casi d'uso, basati su progetti reali, gli autori (Emanuele Scotti e Rosario Sica) descrivono in maniera dettagliata ed efficace i punti base per progettare e realizzare procedure di dialogo partecipato e strumenti a supporto. Assolutamente interessante le metodologie di survey presentate per l'identificazione del contesto di partenza e per la selezione di modalità di comunità di pratica più adatte al proprio dominio.
Una descrizione approfondita sugli attori principali, che guidano il processo o che ne fanno parte, permette al management intenzionato ad adottare una modalità di dialogo più informale (basata sul concetto di pratica e "passione") che strutturale (basata sul concetto di assessment aziendale e policy) di comporre una propria roadmap per passare ad un modello di governance allargata.
Gli allegati al testo forniscono immediatamente gli strumenti operativi per avviare la fase di indagine sull'opportunità di switch verso questo modello. Assolutamente proponibili su contesti in cui il committment manageriale è già sensibile a tematiche legate all'apertura, meno praticabile (o comunque con maggiore difficoltà) su contesti in cui questa attitudine va creata e coltivata.
Comunque, lo consiglio.
mercoledì 11 gennaio 2012
Aiutatemi a formulare un programma elettorale serio ed efficace!
Lancio una sfida del tutto personale, di cui mi assumo completamente la responsabilità.
In questi giorni sto buttando giù una serie di proposte che andranno a comporre, nel tempo, il programma elettorale per le prossime elezioni amministrative nel mio comune (circa 8000 abitanti della provincia di Viterbo). Ho le mie idee ed un tema in particolare su cui puntare, ovvero "sociale e terzo settore" . Questo mondo è particolarmente vasto e mi sto concentrando su proposte (economiche, attuabili e lungimiranti) che oltre a garantire un risultato tangibile quasi nell'immediato, possano innestare un processo di modifica culturale che sempre più si rende necessario.
Credo nel concetto di cittadinanza attiva e nell'importanza che l'individuo riveste nella collettività e, su questo, sto identificando azioni: insomma FATTI non pugnette!
I temi che sto sviluppando sono l'associazionismo, la protezione civile, l'inserimento lavorativo delle categorie disagiate, il superamento della disabilità come elemento di divisione, il mondo dei giovani e della prima infanzia, la famiglia, la scuola e l'istruzione, l'integrazione multiculturale, la società civile.
Vorrei che in questo post mi raccontaste, nel vostro mondo ideale, cosa fareste se, da un giorno all'altro, vi trovaste nelle condizioni in cui LA VOSTRA IDEA contasse e la VOSTRA VOCE fosse autorevole e riconosciuta. Vorrei anche che mi raccontaste esempi già vissuti nelle vostre realtà, casi di insuccesso o fallimenti clamorosi da non ripetere. Vorrei insomma tentare un piccolo esperimento di programmazione elettorale partecipata: proviamo a lanciare idee, a valutarne la fattibilità, ad identificare forme di finanziamento...a dargli forza, INSIEME.
Se uniamo tante voci, si grida più forte!Chissà se magari un giorno anche i grandi partiti crederanno così tanto nella loro BASE da dargli questa possibilità...
IO CI CREDO! Proviamoci...
In questi giorni sto buttando giù una serie di proposte che andranno a comporre, nel tempo, il programma elettorale per le prossime elezioni amministrative nel mio comune (circa 8000 abitanti della provincia di Viterbo). Ho le mie idee ed un tema in particolare su cui puntare, ovvero "sociale e terzo settore" . Questo mondo è particolarmente vasto e mi sto concentrando su proposte (economiche, attuabili e lungimiranti) che oltre a garantire un risultato tangibile quasi nell'immediato, possano innestare un processo di modifica culturale che sempre più si rende necessario.
Credo nel concetto di cittadinanza attiva e nell'importanza che l'individuo riveste nella collettività e, su questo, sto identificando azioni: insomma FATTI non pugnette!
I temi che sto sviluppando sono l'associazionismo, la protezione civile, l'inserimento lavorativo delle categorie disagiate, il superamento della disabilità come elemento di divisione, il mondo dei giovani e della prima infanzia, la famiglia, la scuola e l'istruzione, l'integrazione multiculturale, la società civile.
Vorrei che in questo post mi raccontaste, nel vostro mondo ideale, cosa fareste se, da un giorno all'altro, vi trovaste nelle condizioni in cui LA VOSTRA IDEA contasse e la VOSTRA VOCE fosse autorevole e riconosciuta. Vorrei anche che mi raccontaste esempi già vissuti nelle vostre realtà, casi di insuccesso o fallimenti clamorosi da non ripetere. Vorrei insomma tentare un piccolo esperimento di programmazione elettorale partecipata: proviamo a lanciare idee, a valutarne la fattibilità, ad identificare forme di finanziamento...a dargli forza, INSIEME.
Se uniamo tante voci, si grida più forte!Chissà se magari un giorno anche i grandi partiti crederanno così tanto nella loro BASE da dargli questa possibilità...
IO CI CREDO! Proviamoci...
lunedì 9 gennaio 2012
Un pessimo esempio di customer care: l'assistenza clienti di Fastweb
Premessa: sono (ero) un cliente affezionato di Fastweb.
Tariffe estremamente convenienti, una larghezza di banda ottima e garantita, ampio bouquet di servizi. Tant'è che decisi, andando a vivere da solo, di convogliare tutti i servizi presso di loro: telefonia mobile, fissa, internet e tv. Una sola bolletta (domiciliata in banca), un unico fornitore, un unico punto di contatto per eventuali problematiche. Mai molte, tra l'altro, e quelle poche riscontrate, risolte telefonicamente o nel giro di pochissimo tempo da operatori attenti e da una rete di assistenza molto ramificata.
Questo almento fino ad un paio di mesi fa, quando lo switch al digitale terrestre della mia Provincia ha incasinato tutto. La linea telefonica cade dopo due minuti di conversazione, internet viaggia ad un terzo della velocità pagata (2 mB/s a fronte di 6mB contrattualizzati), la tv via cavo si blocca su schermate blu come nella migliore delle tradizioni Microsoft.
Telefonate interminabili (a pagamento dal cellulare naturalmente!) all'assistenza clienti, solita procedura di riavvio forzato degli apparati (stacca e riattacca la corrente!) e molteplici richieste di intervento da parte dei tecnici sulla centrale che, a questo punto OVVIAMENTE, ha qualcosa che non va.
Il 30 dicembre, alle 8 del mattino, chiama un tecnico, dicendo che ha smanettato sulla derivazione dei cavi e che il problema è risolto (!!!), conclude comunicandomi di non staccare assolutamente nulla per le successive 6 ore perchè avrebbero monitorato la linea e il livelli di servizio.
Cavolo!..penso tra me e me...abbiamo risolto il problema! Tempo due giorni di nuovo, come sopra...anzi peggio...stavolta neanche staccando e riattaccando si risolve il tutto. Richiamo nuovamente l'assistenza, di nuovo la manfrina di spiegare il problema, di nuovo la procedura di stacca e riattacca...stavolta anche i cavi del telefono..stavolta mi chiedono di attendere 72 ore, entro le quali il problema sarebbe stato risolto alla radice, dai tecnici, sulla centrale.
Ciliegina sulla torta, il 5 gennaio arriva una comunicazione che 12 canali della tv di Fastweb sarebbero stati disattivati, ma che avrei comunque potuto godere dei rimanenti (che non valgono una cippa!) e di tutto il bouquet del digitale terrestre (che posso comunque vedere senza spendere un euro di canone mensile).
Morale della favola: le 72 ore sono passate, i problemi persistono. Ho già rescisso il contratto per la tv digitale, speranzoso di poter risolvere senza dover bloccare il rid bancario, e sto valutando di togliere anche internet, telefono, passando ad altro operatore.
La rete di assistenza ha fallito miseramente, non ho ricevuto nessuna risposta seria e coerente sulla problematica, nessun intervento è stato realmente fatto per venirmi incontro.
L'unica che sembra ascoltarmi è la vocina automatica che mi chiama 2 volte al giorno per dirmi che il problema da me evidenziato è stato risolto...
Tariffe estremamente convenienti, una larghezza di banda ottima e garantita, ampio bouquet di servizi. Tant'è che decisi, andando a vivere da solo, di convogliare tutti i servizi presso di loro: telefonia mobile, fissa, internet e tv. Una sola bolletta (domiciliata in banca), un unico fornitore, un unico punto di contatto per eventuali problematiche. Mai molte, tra l'altro, e quelle poche riscontrate, risolte telefonicamente o nel giro di pochissimo tempo da operatori attenti e da una rete di assistenza molto ramificata.
Questo almento fino ad un paio di mesi fa, quando lo switch al digitale terrestre della mia Provincia ha incasinato tutto. La linea telefonica cade dopo due minuti di conversazione, internet viaggia ad un terzo della velocità pagata (2 mB/s a fronte di 6mB contrattualizzati), la tv via cavo si blocca su schermate blu come nella migliore delle tradizioni Microsoft.
Telefonate interminabili (a pagamento dal cellulare naturalmente!) all'assistenza clienti, solita procedura di riavvio forzato degli apparati (stacca e riattacca la corrente!) e molteplici richieste di intervento da parte dei tecnici sulla centrale che, a questo punto OVVIAMENTE, ha qualcosa che non va.
Il 30 dicembre, alle 8 del mattino, chiama un tecnico, dicendo che ha smanettato sulla derivazione dei cavi e che il problema è risolto (!!!), conclude comunicandomi di non staccare assolutamente nulla per le successive 6 ore perchè avrebbero monitorato la linea e il livelli di servizio.
Cavolo!..penso tra me e me...abbiamo risolto il problema! Tempo due giorni di nuovo, come sopra...anzi peggio...stavolta neanche staccando e riattaccando si risolve il tutto. Richiamo nuovamente l'assistenza, di nuovo la manfrina di spiegare il problema, di nuovo la procedura di stacca e riattacca...stavolta anche i cavi del telefono..stavolta mi chiedono di attendere 72 ore, entro le quali il problema sarebbe stato risolto alla radice, dai tecnici, sulla centrale.
Ciliegina sulla torta, il 5 gennaio arriva una comunicazione che 12 canali della tv di Fastweb sarebbero stati disattivati, ma che avrei comunque potuto godere dei rimanenti (che non valgono una cippa!) e di tutto il bouquet del digitale terrestre (che posso comunque vedere senza spendere un euro di canone mensile).
Morale della favola: le 72 ore sono passate, i problemi persistono. Ho già rescisso il contratto per la tv digitale, speranzoso di poter risolvere senza dover bloccare il rid bancario, e sto valutando di togliere anche internet, telefono, passando ad altro operatore.
La rete di assistenza ha fallito miseramente, non ho ricevuto nessuna risposta seria e coerente sulla problematica, nessun intervento è stato realmente fatto per venirmi incontro.
L'unica che sembra ascoltarmi è la vocina automatica che mi chiama 2 volte al giorno per dirmi che il problema da me evidenziato è stato risolto...
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