lunedì 7 maggio 2012

"La Guida e lo Scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout", ad eccezione di quelli gay

L'articolo 4 della legge scout agesci recita così, puntando ad uniformare i propri aderenti ad un messaggio di tolleranza e fratellanza mondiale, ad un invito all'amore e all'amicizia, con opportune restrizioni però. Nell'articolo di Repubblica, in cui si raccontano gli atti di un seminario sull'omosessualità - organizzato dalla principale associazione di scout cattolici e tenuto da un prete e due psicoterapeuti - si evince una posizione a dir poco parziale e discriminatoria nei confronti degli scout e delle guide omosessuali. Il fatto stesso che la tematica sia trattata da un sacerdote, che espone quindi la posizione della Santa Sede, e da due psicoterapeuti, che approcciano l'omosessualità come se questa fosse una malattia da curare, fornisce ai destinatari (adulti educatori, quindi responsabili della formazione dei giovani) un input "parziale e inevitabilmente ideologico, che a mio avviso (Paolo Patanè) intacca profondamente quella stessa cultura del rispetto, della solidarietà e della giustizia di cui il movimento scout dovrebbe essere portatore". Il seminario prosegue vietando il coming-out per i capi ("turberebbe i giovani") e consigliando di indirizzare i ragazzi e le ragazze omosessuali verso uno psicologo.
Forti le posizioni delle principali associazioni a tutela dell'omosessualità, assente la reazione ufficiale da parte dei principali movimenti scout, che da anni eludono la questione.
Per tanti anni ho fatto parte di un movimento scout, e da esso ho tratto buona parte della mia educazione di cittadino e uomo. Ho creduto, e credo, negli ideali dello scoutismo, nell'impegno, nel coraggio, nel senso di responsabilità, nell'essere primus inter pares, nel mettersi quindi al servizio degli altri, nell'ascolto del prossimo e nell'accoglienza. Tutti insegnamenti che mi hanno fatto essere, oggi, ciò che sono, grazie ad un'esperienza che ho consigliato a molti genitori per i propri figli e che vorrei fortemente per i miei.
L'articolo però mette in luce un fattore su cui rifletto da molto, e che è stato in parte causa del mio abbandono del movimento, ovvero l'anacronismo del metodo scout e l'eccessiva vicinanza al mondo cattolico della Chiesa di Roma. Essere credente ha molti fattori positivi, essere bigotti no. Lo scoutismo dovrebbe andare oltre i rigidi dettami della religione, dovrebbe aprirsi al mondo e accettare che il mondo sia cambiato, che le persone si siano secolarizzate, ovvero abbiano diritto di vivere la propria vita al di fuori dei dogmi e delle "tradizioni".
B.P. (Lord Baden Powell of Gilwell, fondatore degli scout) diceva che obbligo morale di ogni scout è lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato. E questa è una facoltà che tutti possono avere, anche gli scout e le guide omosessuali.

0 commenti:

Posta un commento