sabato 26 febbraio 2011

Operazione "Bravo"

Giovedì e venerdì motorizzato...nulla da rendicontare sul diario del pendolare. A parte per un piccolo dettaglio. Giovedì infatti il mio rientro off-the-train non era previsto..ma un incidente sulla linea ha paralizzato il traffico praticamente per tutta la sera. Fin qui tutto bene, gli incidenti accadono...non è mica colpa di nessuno se:
A) non esistono alternative tipo navette o autobus;
B) nessuno ti dice nulla fino al mattino dopo quando ti trovano alla stazione congelato e ti chiedono:"Scusi ma lei che fa qui?" e tu rispondi: "Sono un feticista del bar della stazione, abbonato metrebus annuale, ho diritto al primo cornetto!";
C) i cartelli elettronici segnano che il treno del giorno dopo è previsto in orario...e che il roma-fara sabina anche oggi è soppresso (ma dai???????).
Ma non è l'ordinaria follia che voglio raccontare...questo è ancora meglio. Con la solita combriccola decidiamo di tornare alla stazione Laurentina per prendere la macchina. Siamo 5, saltiamo sulla mia Bravo aziendale (che non è una macchina ma una gratificazione per la mancata promozione...della serie "Bravo!") e partiamo alla volta di Tarquinia-Montalto. L'uscita dalla città procede senza intoppi, non c'è traffico sulla Colombo e, considerando che per il raccordo la Colombo non avrei neanche dovuto sfiroarla, mi ritengo fortunato ad aver sbagliato solo 3 volte l'uscita. L'orgoglio ha impedito che facessi guidare chiunque di quelli che, disperati, mi chiedessero di lasciare spazio (eh si...sono un bell'or-goglione, sbagliare strada 3 volte con tanto di Tom Tom non ha prezzo). Imboccata l'autostrada l'atmosfera si rilassa..a parte il trio posteriore che chiede di rallentare e il navigatore che chiede di accelerare..."aho me sa che mo ve lascio all'agip!" è la frase che riecheggia più di frequente. All'altezza di Ladispoli squilla un telefono...con una richiesta di aiuto immediata da parte di un fratello pendolare bloccato alla stazione di "Ladrispoli" (anche detta Kabul per le frequentazioni esterofile) dal pomeriggio. Due conti rapidi...siamo già 5...non sappiamo neanche dov'è la stazione...vabbè c'abbiamo il tom tom...allora se guida riccardo semo apposto...rapida votazione. Al motto "Nessuno resterà indietro" ci dirigiamo verso la stazione, carichiamo il compagno ferito (nell'orgoglio e alle palle per le ore di attesa) e, dopo aver organizzato un tetris tra i 4 posti restanti (ecco perchè guido sempre io!) finalmente si riparte. 35 minuti e siamo a Tarquinia, mission accomplished! Tutti sani e salvi a casa!
Anche stavolta ce l'abbiamo fatta.

martedì 22 febbraio 2011

Andare e tornare

Sono leggermente in ritardo sulla tabella di marcia, ma ieri ho fatto uno strappo alla regola e ho modificato per un giorno il mio status: da pendolare treno-dotato a pendolare auto-munito. E naturalmente il dio vendicatore delle ferrovie mi ha punito. Dopo due ore e mezza di guida ero ancora a 8 chilometri dalla mia destinazione, un tristissimo complesso di capannoni industriali sulla tiburtina. Un ottimo inizio di settimana...se non fosse che al quarto uso improprio di aggettivi dispregiativi affiancati a nomi di divinità di varia natura (sono un pluralista anche nella bestemmia!) ho parcheggiato all'autogrill e mi sono letto il giornale, con un bel caffè. Leggere di papponi e mignotte, mentre davanti a te il traffico è letteralmente paralizzato non ha prezzo!Tutti che suonano, frenetici, nervosi...esausti, si esausti è il termine esatto. Queste situazioni mi danno sempre conferme della scelta fatta ormai cinque anni fa, quando decisi che era ora di abbandonare la vita nella capitale per ritornare a casa. Per casa intendo il "paesello", dove avevo costruito la mia vita e dove questa effettivamente diventava tale,  non più solo dormire e lavorare, ma interagire e socializzare. Il quotidiano è pesante, ma niente è più bello che "tornare a casa".

lunedì 21 febbraio 2011

Signori in carrozza (metafora romantica e anacronistica di un capotreno)

L'inizio è sempre la parte più difficile di ogni impresa, almeno per me. Mi ci vuole sempre tanto per iniziare, ma se parto parto..staremo a vedere come continua. Stavo però facendo due conti: 3 ore al giorno, 5 giorni su sette, 48 settimane (malattie permettendo), il che significa che per 720 ore ogni anno la mia vita la vivo su un treno. Il 7:09 da Montalto è un prolungamento del mio letto...il 19:20 è invece sala cinematografica, salotto conviviale, tribuna politica o...ancora letto (in relazione al livello di sfracassamento quotidiano). Ore che, volente o nolente, devono essere passate seduto in compagnia di altri sfigati che, come me, condividono il triste (??) destino di abitare in paese e lavorare in città. Come nei migliori film di Pozzetto. Questi post sono il riassunto e il commento di queste ore, sono il risultato di momenti condivisi, sono il racconto di momenti non condivisi (con quanti rimangono a casa). Sono una parte della mia vita insomma. Interessante o meno che sia, questo è il mio diario. Caro Moretti te lo dico subito, molto spesso qui ci saranno invettive contro di te e contro la tuo "materiale rotabile" demmmerda, non offenderti (oppure si...problemi tuoi), ma fai tuo il concetto di customer satisfaction e impara qualcosa: magari ti fa bene!