lunedì 26 dicembre 2011

ANGOLO LIBRI - Open leadership: dirigere con successo nell'era dei social network

Un libro molto interessante sul ruolo che rivestono i social media nell'ambito della leadership, o meglio, come il loro utilizzo, efficace e opportuno, rende il leader una nuova figura, con caratterstiche del tutto inedite ed un nuovo approccio al coordinamento: condiviso ed aperto.
L'autrice, Charlene Li, una tra le 50 menti più influenti della Sylicon Valley, affronta l'argomento in maniera strutturata, cercando di fornire al "leader aperto" strumenti e buone pratiche per l'avvio, il monitoraggio e la sintesi di un processo che essa stessa definisce "complesso e non immediato".
Obiettivo principale di Open Leadership è analizzare, attraverso griglie di valutazione e verfiche personali del leader e della sua struttura, l'opportunità o meno dell'utilizzo dei social media nella propria organizzazione e la necessità o meno della creazione di una strategia di approccio al social media, con tutte le ripercussioni del caso (processi e persone).
Secondo l'autrice, infatti, non tutti gli scenari sono adeguati ad una apertura in questo senso, e non tutti gli obiettivi sono realmente strategici, benchè tali appaiano.
La leadership aperta, quindi l'attitudine del comando alla condivisione e alla collaborazione, è in primo luogo uno stato mentale che implica relazioni nuove e nuovi valori, ovvero:
- accettare che clienti e dipendenti abbiano preso il potere
- condividere sempre, per costruire fiducia
- coltivare la curiosità e l'umiltà
- apertura significa responsabilità
- perdonare gli insuccessi.
Queste frasi chiave sono sviluppate all'interno del volume, mostrandone criticità e punti di forza attraverso esempi eccellenti di percosi intrapresi verso la leadership aperta: cisco, ibm, dell, starbucks..sono solo alcune delle grandi aziende che dalla leadership aperta hanno tratto grandi benefici, sia in termini economici (misurabili) che in termini di customer & employer satisfaction, un parametro non misurabile, ma che indirettamente determina la prosperità di un'azienda.
Nell'ambito di una strategia di leadership aperta, non solo i vertici aziendali sono parte integrante del processo decisionale e comunicazionale, ma tutti i livelli, dal più basso a più alto. Fondamentale quindi, nella definizione di una strategia di avvio, è la formulazione di quelli che la Li definisce i "patti del recinto di sabbia", ovvero linee guida su chi, cosa, come e fin dove comunicare o decidere. Questi patti contengono indicazioni precise su come mostrare la propria identità ogni volta che si comunica a nome dell'azienda, sulle responsabilità che da questa comunicazione derivano, sulla riservatezza necessaria, sul buon senso da usare, sulle tecniche da utilizzare per costruire la fiducia del lettore.
La parte finale del testo è dedicata, nello specifico, alla creazione della propria strategia aperta: strumenti operativi per tramutare le intenzioni in una reale apertura. Un leader trasparente e umile non avrà difficoltà ad accogliere questo nuovo modello, non avrà paura a delegare funzioni perchè la propria autorevolezza contribuirà a rafforzarlo e a renderlo efficace. Un leader autoritario e accentratore potrebbe invece trarre da questo testo lo spunto per modificare il proprio atteggiamento e sfruttare appieno il potenziale dei propri collaboratori, rendendoli parte viva di ogni processo.
Assolutamente da leggere.

giovedì 22 dicembre 2011

Caraffe filtranti si o no? Acqua del rubinetto o delle bottiglie?

Un post più leggero, ma ho bisogno di un consiglio. Vorrei smettere di comprare acqua in bottiglia e passare alla soluzione "filtrata". In fin dei conti, l'acqua del rubinetto è a chilometri 0, non comporta che migliaia di camion girino in su e in giù producendo chili e chili di sostanze inquinanti; non comporta che vengano prodotti centinaia di migliaia di bottiglie di plastica e che le stesse debbano essere, in qualche modo, smaltite; fa si che l'acqua che beviamo non resti per un periodo più o meno lungo stipata in magazzini chiusi, magari sotto il sole, con il deteriorarmento del contenitore che ne consegue e di cui non si ha molta consapevolezza; comporta una riduzione drastica dei costi, cosa che in questo periodo va di sicuro tenuta in considerazione.
D'altro canto, i pareri sulla caraffe filtranti sono un po' contrastanti: chi dice che in realtà non diano una garanzia reale di miglioramento della qualità, chi dice che ne migliorino solo il sapore, chi dice che addirittura la peggiorino rilasciando sostanze molto più inquinanti di quelle presenti nell'acqua non filtrata. E poi c'è la questione Arsenico.
Insomma, districarsi nelle mille pagine sulla rete che trattano l'argomento e trovare una fonte autorevole non è semplice. Qualcuno ha informazioni attendibili su cui basare la scelta o meno di questo acquisto? E, se si, eventualmente quali modelli hanno un rapporto qualità prezzo/accettabile (ricambi compresi)?

venerdì 9 dicembre 2011

La differenza tra un beagle e un immigrato clandestino

Green hill: canile (anzi "canile lager") nei pressi di Montichiari. Qui vengono allevate legalmente migliaia di Beagles, cuccioli dolcissimi, destinati ad atroci esperimenti per testare medicinali e prodotti di bellezza. Televisioni, ex ministri (che di quei prodotti di bellezza fanno un uso evidente) e persone comuni si sono mobilitate, addirittura con scioperi della fame, per fermare il massacro. Il sindaco, chiaramente in difficoltà, non sa cosa rispondere e il nuovo ministro Cancellieri (in carica all'Interno) dice che "vuole vederci chiaro".
Cie di Lampedusa: centro di identificazione ed espulsione sull'Isola di Lampedusa. Qui vengo allevati legalmente i nuovi colpevoli di tutti i mali del nostro Paese, gli immigrati clandestini. Vengono stipati in condizioni disumane, in strutture sovraffollate fino all'inverosimile, fino al punto in cui la disperazione che li ha spinti sulle nostre coste, diventa rabbia ed esplode in rivolte violente. Nessuno si mobilita, nè fa scioperi della fame in difesa di queste persone, nè l'attenzione mediatica è rivolta loro in difesa dei diritti umani di base, ma solo come condanna all'ingratitudine che causa le violenze. Nessun ministro in carica "vuole vederci chiaro", in Italia è più cool difendere un beagle che un tunisino...

Ho finito!

Anzi no:

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.

Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.

Articolo 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.

2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà deI pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Articolo 14
1 ) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Articolo 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.

2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 20
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

Articolo 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.

3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve sere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.

4) Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

Articolo 25
1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

Articolo 26
1 ) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.

Articolo 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

Articolo 29
1 ) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.

2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.

3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

lunedì 5 dicembre 2011

Sarebbe bello...

Per Aristotele, il termine "politica" significava l'amministrazione della "polis" (la città, la comunità) per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
Faccio mia, con umiltà, questa definizione e la pongo a base della decisione, a tratti anche difficile per tutte le ripercussioni che giorno dopo giorno si stanno affacciando, di schierarmi per la prima volta dalla parte della politica fatta, e non più da quella della politica ascoltata e criticata, a volte solo commentata.
A trent’anni, ho ritenuto giusto un impegno diretto (di prima linea o di retrovia a me poco importa) per cercare di portare una ventata di nuovo in un modello ancorato a logiche di scarsa evoluzione, più incentrate sull’autoconservazione e sul mantenimento di uno status quo, più conveniente.
Attenzione, non un modello universalmente sbagliato, differente dal mio ideale.
Al di là delle difficoltà reali, di una situazione locale difficile, piena di insidie e sicuramente molto articolata, credo in primo luogo che una buona competizione elettorale sia fatta di avversari, e mai di nemici. Il dialogo tra maggioranza e opposizione non è necessariamente uno scontro volgare, in cui l’uno getta discredito sull’altro, in cui tutto ciò che fa la maggioranza è criminale o tutto ciò che fa l’opposizione è diniego, immotivato, sempre e comunque. Il dialogo tra le due ali del consiglio comunale è, in primo luogo, per il bene dei cittadini, costruttivo. Dai banchi della maggioranza arrivano le linee di governo e attuative, da quelli dell’opposizione, un’azione puntuale di verifica e controllo, nonché propositiva, laddove si ritenga incompleto o perfettibile il ruolo del governante.
Sarebbe bello se fosse così! Se si potesse partecipare al dialogo “con l’altra sponda” senza correre il rischio di subire ripercussioni, se si potesse “fare politica” con la consapevolezza di agire per il bene comune (e di vedere riconosciuto come tale questo atteggiamento), se si potesse “fare politica” continuando a svolgere il proprio ruolo, attivo, nella vita sociale della propria comunità senza la paura di sentirsi alle spalle “vedi…quello fa volontariato perché è in politica…” .
Per me, sarebbe normale, oltre che bello, tutto questo.

Sarebbe bello, anche in campagna elettorale, sentire persone parlare alle persone, e non schieramenti parlare a voti.

Sarebbe bello che, chi condivide gli stessi ideali, facesse proprio un progetto comune, non strategie, non alleanze, non accordi, ma un progetto comune che esalti punti di forza e anche, perché no, criticità (quelle ci sono e ci saranno sempre, solo per il demagogo è tutto bello e facile).
Sarebbe bello che, anche tra chi condivide gli stessi ideali, non si cerchi di mettersi in evidenza a scapito del vicino, solo perché affronta il problema in un modo diverso, ma si vincano le sfide assieme.

Certo...sarebbe bello, ma forse non sarebbe conveniente..paradosso aristotelico.