giovedì 5 maggio 2011

Scurdámmoce 'o ppassato, simmo 'e Napule paisá!...

Pochi giorni alla tornata elettorale. Manifesti cittadini e spot televisivi incitano alla demagogia e alla politica del fare (alla demagogia appunto, ribadisco). Nuovamente a Napoli si torna a parlare dell'emergenza rifiuti, un problema che pare non aver soluzione, una piaga che affligge un popolo e che niente e nessuno sembra poter debellare.
Tutti tranne uno! Tutti gli scugnizzi dei quartier spagnoli lo incitano all'azione con i loro: "Gigante, pensaci tu!", e il Gigante Amico, calzati i tacchi della festa, spazza via in un solo colpo Jo Condor che, poveretto, non può altro che dire "Ma mi lasci... non c'ho la mutua!" (pubblicità delle merendine Ferrero durante Carosello).
La metafora ci sta a pennello. Naturalmente, i ruoli sono chiari. Inutile spendere altre parole sull'amico gigante. Le spendo invece sul gigante problema.
E' vero, i rifiuti a Napoli sono un problema, ma il vero problema a Napoli è la volontà di risolverlo sto problema. Ciclicamente, gli indici di gradimento impongono che si faccia qualcosa, alla svelta, operativamente, trovare una soluzione (Ma si subito! Che ci stiamo a pensare!). Il Governo del fare interviene, con decine di militari e mezzi del genio demansionati al ruolo di spazzini (con notevole danno all'erario se si pensa che le aziende municipalizzate sono già pagate per farlo).
Lunedì la scena si ripeterà, mercoledì massimo giovedì la città tornerà a splendere, telecamere e flash incoroneranno il gigante buono per aver salvato la Patria, poi i riflettori si spegneranno...e lunedì saremo di nuovo da capo a dodici. Ca a munnezza 'n miezz a via.
La soluzione è semplice da definire e impossibile da perseguire. Non è incrementare la differenziata, i poveri cittadini napoletani possono anche riempirsi la casa di secchi e sacchi, possono lavare il tetrapak e i barattoli della pummarola, possono compostare il compostabile e smettere di usare piatti e bicchieri usa e getta...ma tanto a munezza siempre n' coppa a via resta.
Ci resta perchè chi dovrebbe raccoglierla non PUO' farlo, perchè i cancelli delle discariche rimangono in-spiegabilmente CHIUSI, perchè i termovalorizzatori non termovalorizzano, ma si de-valoratermalizzano (rimanendo SPENTI).
Di fondo, l'emergenza rifiuti si condensa in due concetti: collusione e paura. Agendo su questi, il problema si risolve, ma senza le ruspe e i compattatori, e soprattutto senza la demagogia, ma con la trasparenza e la giustizia.
Carosello aveva ragione: "Ma che c'ho scritto Jo Condor????"

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