lunedì 16 maggio 2011

La Babele de no' artri

Auotogrill. Un fila immensa di persone aspetta alla cassa.
Supponevo che ci sarebbe stata gente in coda, appena parcheggiata la macchina avevo visto quattro autobus con relativi capannelli umani che si sgranchivano e fumacchiavano in attesa di ripartire. Serpentone pure davanti al bagno.
Vabbè prendo prima il caffè, poi "espleto" un'altra funzione (un fax urgentissimo da mandare), poi riparto.
Sono in tempo e poi, chissenefrega, chi mi aspetta pazienterà altri cinque minuti.
La porta scorrevole si apre e, come volevasi dimostrare, mi aggiungo anche io alla coda. In certe situazioni, le richieste sono sempre le stesse: "Un caffè lungo, uno corto macchiato freddo, uno corto in tazza grande macchiato caldo (??), per me un cornetto alla marmellata".
Qui la situazione è diversa. Le persone in coda sono tutte spagnole e non spiccicano una parola di italiano. Le due lingue più o meno si somigliano, non è swahili o lettone, voglio dire, due lingue neolatine in cui anche le parole, per assonanza, sono assolutamente comprensibili.
La prima volta che sono andato a Santiago de Compostela, un avvocato galiziano si complimentò con me per il mio accento, benchè io non avessi mai parlato spagnolo in vita mia.
Vabbè, comunque, c'era qualche problema alla cassa. Una signora faceva da intermediaria per un gruppetto di anziani, teneva due bottiglie di acqua naturale in mano e continuava a dire al cassiere (decisamente in difficoltà): "Dos mas! Dos mas" (altre due! Altre due!).
Scena comica. Il commesso, visibilmente in difficoltà continuava ad indicare il bancone davanti a sé, dicendo: "Me lo devi passare il MARS, devo passare il codice!!". Tutto questo davanti a decine di persone perplesse.
Dal fondo si sente una voce, la mia, che dice: "Altre due bottiglie d'acqua per favore, non il mars".
Una simpatica vecchietta dal cappellino giallo si gira e, esausta, mi fa: "Gracias..."
Sospiro di sollievo generale, la fila scorre, si riparte.

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