lunedì 9 maggio 2011

ANGOLO LIBRI - Adesso basta

Ultima lettura...decisamente promettente, abbastanza deludente. Della serie: "il ragazzo ha del potenziale, ma non si applica abbastanza".
Ecco, se dovessi definire questo libro con un concetto, estremamente sintetico, direi che il tema è potenzialmente esplosivo, ma che lo svolgimento purtroppo non è degno di nota.
Molto brevemente, l'autore (Simone Perotti) affronta la questione downshifting da un punto di vista estremamente personale, mostra infatti la sua storia, per quale motivo e cosa lo ha spinto a fare la scelta che ha fatto, ovvero impostare un cammino di vita che lo ha portato, intenzionalmente, a rinunciare a tutto quello che aveva per una vita più libera. L'analisi è molto articolata e tratta nello specifico le varie fasi che il perfetto downshifter dovrebbe percorrere per arrivare all'obiettivo che, primo fra tutti, va definito. Coraggio e motivazione sono i valori fondanti, rinuncia e razionalizzazione le parole chiave, libertà e recupero del sé le grandi mete. L'autore, un po' presuntuosamente forse, asserisce che chiunque non abbia coraggio non può leggere questo libro, perchè lo stesso lo porterà a distruggere uno per uno i vincoli che ciascuno di noi pone al cambiamento. Se arrivi alla fine della lettura, non avrai più scuse per tirarti indietro, se non agisci sarà solo colpa tua e non avrai altri capri espiatori a cui addossare la tua vigliaccheria.
Beh..concetto interessante, chissà quali verità rivelate un lettore interessato (al tema) potrà trovare in questo libretto! La lettura scorre molto veloce, la narrativa non è raffinata, alcuni periodi risentono, anche nella forma, del tentativo dell'autore di galvanizzare e fomentare, di eccitare le menti all'azione. Ne viene fuori un libro che si spiega da sè, e questo lo apprezzo sempre, niente letture tra le righe, niente voli pindarici, poca suspence e nessuna aspettativa che il prossimo capitolo sia meglio. Insomma: piatto. E questo è quello che non vorrei mai trovare in un libro in cui ho creduto.
Ad un certo punto la svolta, in particolare all'altezza del capitolo "Facciamo un po' di conti". Francamente, lette quelle pagine, se non ne fossero mancate poche, non sarei andato oltre.
Perchè dico questo? Perchè si parla delle condizioni necessarie e sufficienti al downshifter..che riassumerei in tre principali:
  1. essere un professionista giovane, brillante in carriera
  2. avere hobby estremamente fighi che padroneggi in maniera quasi professionale
  3. guadagnare almeno 3500 euro al mese, naturalmente netti
Facile no? Se facessi un breve sondaggio, troverei centinaia di aspiranti downshifter...Se sei ricco, figo, bravo a fare un sacco di cose e adeguatamente scazzato da dire "Mi sono rotto le palle del Porsche perchè perdo tempo a parcheggiarlo", puoi cambiare vita, in fondo perchè dovresti continuare a torturarti?
Al netto di questo, pur non condividendo le modalità, segnalo comunque che l'obiettivo del Perotti è assolutamente interessante e degno di essere declinato, magari, in altri modi.
Riportare l'attenzione sulle cose vere (sulle amicizie, gli affetti, le passioni..), rimodulare il proprio paniere dei consumi in modo meno elitario (separando i bisogni veri da quelli indotti), ridare valore alla manualità e alla centralità dell'individuo sono forse la ricetta per vivere meglio diffusamente. Essere meno schiavi dell'esteriorità è la buona ricetta per superare il panico da "Mi si è rotto il palmare" o da "Cazzo non ho l'I-pad" e per godere di una passeggiata in riva al mare a costo zero.
Si può essere felici con ciò che si ha, semplicemente ridandogli valore, anche per rispetto di chi tutte queste fortune non le ha mai avute e campa dignitosamente, con spirito d'iniziativa e sacrificio ogni giorno.
Morale della favola, non mi è molto piaciuto, in linea generale. Ma una cosa SI l'ho molto apprezzata, la bibliografia e le citazioni. L'autore offre decine di spunti di riflessioni parafrasando e citando autori importanti, mi ha dato indirettamente molti consigli per nuove letture. Di questo gli va dato atto.
"Adesso basta" è un ipertesto che espone poco, ma raccoglie tanto, e questo già contribuisce alla causa.

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