lunedì 6 giugno 2011

"È difficilissimo parlare senza dire qualcosa di troppo." (Luigi XIV)

Durante la messa all'ippodromo di Zagabria, alla presenza di 400 mila fedeli, Benedetto XVI , ribadendo il «no» della Chiesa alla convivenza, ha decretato: «Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio,.., la famiglia deve affrontare difficoltà e minacce, quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta. ... .Siamo chiamati a contrastare questa mentalità » (La Repubblica).
A metà tra l'incredulo e il curioso, sono andato a ricercare il vero significato di secolarizzazione.
Secondo Wikipedia "la secolarizzazione è quel fenomeno per il quale la società non adotta più un comportamento sacrale, si allontana da schemi, usi e costumi tradizionali. ... .La secolarizzazione è un processo tipico dei paesi occidentali in età contemporanea, che induce ad agire e a pensare in modo sperimentale e utilitaristico, mai sacrale e trascendente."
In quest'ottica quindi, la malvagità delle coppie di fatto sta nell'approcciare la vita e l'amore in modo personale, senza rifarsi a consuetudini o obblighi che, di fondo, non sentono propri. Sta nel rinnegare costumi tradizionali, nel pensare e nell'agire perseguendo la propria utilità (felicità), senza rimandare alla trascendenza di un progetto già predefinito, ma costruendolo giorno per giorno...sperimentando.
Che c'è di male in tutto questo? Dov'è il peccato? Dov'è la superficialità?
Le coppie di fatto non sono famiglie, e come tali non hanno nessun diritto. Nessun diritto comune se si acquista una casa, nessuna tutela dei figli, nessun diritto in caso di morte di uno dei coniugi. Essere "secolarizzati" in Italia significa veder rinnegata la propria unione di fronte alla legge e di fronte alla società.
Se questo pensiero si riducesse al chiacchiericcio delle massaie sul sagrato della Chiesa, sarebbe solo che folkloristico e rappresentativo di un'Italia a tratti anche tenera, ma se questo pensiero diventa dictat e influenza l'etica della politica o orienta le persone al voto, allora un pochino cominiciano a girarmi.
Ritengo che la libertà di scegliere sia un diritto fondamentale da preservare e che nessuno possa arrogarsi il diritto di vincolarla, adducendo motivazioni francamente poco sostenibili. Il vero amore non ha bisogno di vincoli nè di contratti, ma di protezione. Si rinnova ogni giorno nella scelta reciproca e nel dono di se.
Decisamente si è andati oltre, si è detto qualcosa di troppo. E in Italia la percentuale di divorzi aumenta...ma il matrimonio non era "impegno a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca"?

1 commento:

  1. Dovremmo essere noi a erodere il dictact della chiesa e quando dico "noi" intendo i nati degli anni '80 in contrasto con i pigri quarantenni di oggi

    RispondiElimina