venerdì 6 settembre 2013

Si...può...fareeee?

Non mi sento rappresentato da nessun partito attualmente sulla scena politica del Paese, né mi sento completamente lontano da nessuno, almeno considerando i manifesti politici.
Indipendentemente da come le linee guida vengano o meno messe in atto, trovo del buono in ciascuna proposta e credo fermamente che ci siano ottimi spunti da coltivare e far progredire nella maggior parte di essi.
Partendo dal presupposto che non esiste più la destra, così come l’abbiamo sempre concepita, che non esiste più la sinistra, così come l’abbiamo sempre concepita, e che non esiste più il centro, così come l’abbiamo sempre concepito, posso azzardarmi a dire che il parlamento potrebbe essere circolare, senza soluzione di continuità.
È una buona metafora visiva, quella del cerchio che non ha inizio e che non ha fine, per significare che ormai le ideologie politiche migrano in continuazione e si fondono l’una nell’altra, creandone una informe in cui difficilmente si trovano principi “di settore”.
Forse è per questo che non mi sento rappresentato e ho sempre difficoltà quando entro nella cabina per votare.
Mi ritengo un attivista del partito della coscienza, ovvero un acceso sostenitore della” politica della coscienza”, una politica in cui vengono fatte delle scelte , secondo coscienza, e in cui gli eletti rappresentati di tale movimento agiscono rispondendo direttamente alla propria coscienza.
Fare i conti con la propria coscienza, conviverci ogni giorno quando ci si guarda allo specchio, è un obbligo morale sicuramente più complesso da infrangere rispetto al patto con l’elettore, anche se esistono comunque persone che non hanno né coscienza né morale, e che agiscono esclusivamente nel proprio interesse.
Ecco…se ci fosse un partito della coscienza, la tessera me la farei, e se ci fossero candidati del partito della coscienza, non mi farei più problemi in cabina.
Magari mi candiderei anche.
In un'epoca in cui, i soliti noti provano a far risorgere "Forza Italia" dalle ceneri di una prima Repubblica sempre attuale, e in cui il presunto partito di maggioranza con le sue mille correnti e spaccature interne organizza la sua "festa della fragile Unità", magari siamo ancora in tempo a fondare un “partito della coscienza” e a riformare questo sistema avvilente e umiliante.
O almeno potremmo provarci...così almeno noi, di fronte alle nostre di coscienze, potremmo dire di avercela messa tutta...SI...PUO'..FARE?

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