Con il 1° maggio ormai archiviato dal 2° maggio, e con esso le varie manifestazioni che si sono svolte a livello nazionale e le relative polemiche che tutti gli anni si ripetono puntuali, stavo ragionando sulle motivazioni e sull’opportunità di questo evento, ahinoi ormai più ludico e mediatico che reale e significativo.
In un paese, l’Italia, in cui la disoccupazione (soprattutto giovanile) ha toccato percentuali incredibili , già mi sembra una bella contraddizione festeggiare qualcosa che per molti è un sogno, una chimera, un percorso ad ostacoli in cui difficilmente si vedrà il traguardo, a maggior ragione se ci si documenta rapidamente sulle origini di questo evento. Storicamente, infatti, questa festa è di per sé contradditoria.
Leggendo su wikipedia mi è venuto un po’ da ridere. Quello che da sempre, per antonomasia, è considerata la festa dei lavoratori, quindi di una classe popolare e operai oppressa dal vile capitalista, nasce in realtà ad opera del “Nobile e Sacro Ordine dei Cavalieri del Lavoro”, una sorta di massoneria americana che rifiutava gli ideali del socialismo e promuoveva quelli repubblicani americani.
A tale gruppo, si accedeva soltanto attraverso un’accurata selezione elitaria e riti di iniziazione che ne facevano un ordine segreto di rango elevato, scarsamente rappresentativo. Solo le crisi economiche devastanti, e le pressioni violente da parte delle congregazioni di minatori all’epoca molto attive, fecero si che le parole “Nobile e sacro” fossero cancellate dall’organizzazione, così come i riti di iniziazione, che permisero un allargamento forte della base e un’enfasi sempre maggiore dello “sciopero di piazza” a fronte del “dialogo di lobby”.
La scelta del primo maggio aveva l’obiettivo di ricordare un evento simbolico forte e segnante, ovvero l’impiccagione di quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici che il primo maggio del 1886 a Chicago organizzarono uno sciopero che sfociò nell’omicidio, da parte della polizia, di due manifestanti.
Il primo maggio è quindi un avvenimento che celebra un omicidio, avvenuto in occasione di uno sciopero, organizzato da una loggia massonica. Se aggiungiamo che, ad oggi, si festeggia qualcosa che non c’è (o meglio, che non per tutti è un diritto) e una violazione perenne all’art. 1 della Costituzione, mi domando se i sindacati debbano forse rivedere tutto l’impianto.
Si potrebbe partire dal nome…perché festa del lavoro e non festa di quelli che il lavoro lo cercano? Perché non festa di chi ci crede ancora? Perché festeggiare il lavoro e non i lavoratori..così a Piazza San Giovanni ci si entra meglio?
A pensarci bene…ora capisco le origini! L’ordine che diede inizio a tutti era elitario perché raccoglieva quelli che il lavoro ce l’avevano, quindi quei pochi fortunati! Ecco spiegato tutto! C’avevano ragione…era stato tutto previsto…
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